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L'effetto Cheerleader nella musica e nel teatro.

  • Immagine del redattore: Angelo Fernando Galeano
    Angelo Fernando Galeano
  • 20 feb 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 26 mag

Effetto Cheerleader: percezione della bellezza e influenza del gruppo

L'Università della California di San Diego ha pubblicato nel 2013 uno studio su Psychological Science che ha dimostrato come le persone in gruppo (specialmente da 5-7 componenti in su) vengano percepite come più attraenti rispetto agli individui singoli. Questo fenomeno, ribattezzato "Effetto Cheerleader", prende il nome dai gruppi di ragazzi e ragazze attraenti per antonomasia.


Le ragioni di questo effetto sono duplici. In primo luogo, il cervello umano tende a creare un "volto medio" delle caratteristiche dei singoli volti all'interno di un gruppo. Questo volto amalgamato risulta spesso più attraente delle singole facce che lo compongono, poiché tende a "smussare" le imperfezioni e a evidenziare le caratteristiche più comuni e gradevoli (come capelli lunghi o occhi truccati). In secondo luogo, la tendenza innata dell'uomo a riunirsi in gruppi (famiglie, eserciti, band musicali) influenza la nostra percezione della bellezza. Se un gruppo ritiene che qualcuno sia attraente, siamo più propensi a percepirlo allo stesso modo, a prescindere dalla realtà oggettiva.


L'Effetto Cheerleader nel Teatro e nella Musica: applicazioni e abusi

L'effetto cheerleader trova ampia applicazione, sia positiva che negativa, nel mondo dello spettacolo, in particolare nel teatro e nella musica:


Utilizzo legittimo e drammaturgico

Storicamente, il teatro e l'opera hanno sfruttato questo effetto nei concertati finali d'atto. Queste scene, che vedono quasi tutti i protagonisti e il coro cantare contemporaneamente, creano un impatto visivo e sonoro di grande effetto. L'obiettivo è generare un'esplosione di energia che garantisca l'applauso entusiastico del pubblico alla fine del primo atto o dell'intera opera. Esempi celebri includono le grandi scene di massa dell'Aida di Verdi o il meraviglioso concertato finale de Le Nozze di Figaro di Mozart. Questa pratica si ritrova anche in produzioni più contemporanee, come il celeberrimo "One Day More" de Les Misérables. In questi contesti, tutti gli esecutori, indipendentemente dal loro ruolo, contribuiscono al successo dell'esibizione, con un livello professionale elevato.


Utilizzo subdolo e manipolatorio

Esiste però anche un modo più "subdolo" di utilizzare l'effetto cheerleader, spesso a discapito della qualità artistica:


  • La forza della massa sulla qualità individuale: un'esibizione di massa è quasi sempre più efficace di una con pochi esecutori, per l'impatto visivo e sonoro. Lo spettatore medio si entusiasma più facilmente per una grande orchestra che per un singolo strumento, o per un coro numeroso rispetto a un gruppo ristretto di cantanti, anche a parità di brano e a prescindere dal livello di esecuzione. L'esempio di un mega-evento con cinquanta arpisti mediocri che suonano pezzi facili, ottenendo un grande successo di pubblico, evidenzia come la quantità possa prevalere sulla qualità individuale.


  • Nascondere le debolezze individuali: l'effetto cheerleader viene sfruttato quando si mette in scena un gruppo numeroso sperando che gli esecutori meno capaci nelle file posteriori vengano "eclissati" dai più bravi in prima fila. Questo si verifica, ad esempio, quando si preferiscono ottanta coristi amatoriali a venti professionisti, sia per ragioni di costo sia perché il grande pubblico è spesso meno esigente.


  • Distrazione visiva per mascherare l'inadeguatezza: un altro abuso si manifesta quando, in uno spettacolo o concerto con un solista poco preparato, si crea un contorno scenico esagerato (luci, coriandoli, acrobati, effetti speciali, coristi professionisti) per distogliere l'attenzione del pubblico dall'inadeguatezza dell'esecuzione vocale principale.


  • Brillare di luce riflessa: l'Effetto Cheerleader può operare anche in senso inverso, quando un grande artista sul palco, che si guadagna la maggior parte degli onori, fa brillare di luce riflessa tutti gli altri performer. È il caso dei cori non professionisti che, circondando un grande solista, vengono percepiti dal pubblico come ugualmente bravi, anche se la loro abilità è data dalla vicinanza a un "sole" che li illumina.


In sintesi, l'Effetto Cheerleader è un fenomeno potente: può essere uno strumento magnifico se utilizzato con intelligenza e rispetto per il pubblico e gli artisti, ma si rivela una "grande fregatura" se impiegato con astuzia e disonestà.






 
 
 

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